Calendario
La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è un’iniziativa internazionale ecumenica di preghiera nel quale tutte le confessioni cristiane pregano insieme per il raggiungimento della piena unità che è il volere di Cristo stesso. Tradizionalmente, nell’emisfero nord si svolge dal 18 al 25 gennaio, perché compresa tra la festa della cattedra di san Pietro (secondo il Rito Ambrosiano) e quella della conversione di san Paolo.
La conversione di Paolo che siamo chiamati a celebrare e a vivere, esprime la potenza della grazia che sovrabbonda dove abbonda il peccato.
La svolta decisiva della sua vita si compie sulla via di Damasco, dove egli scopre il mistero della passione di Cristo che si rinnova nelle sue membra. Egli stesso perseguitato per Cristo dirà: ‘Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa’. Questa celebrazione, già presente in Italia nel sec. VIII, entrò nel calendario Romano sul finire del sec. X.
Conclude in modo significativo la settimana dell’unità dei cristiani, ricordando che non c’è vero ecumenismo senza conversione.
“Solennità dei santi Pietro e Paolo Apostoli. Simone, figlio di Giona e fratello di Andrea, primo tra i discepoli professò che Gesù era il Cristo, Figlio del Dio vivente, dal quale fu chiamato Pietro. Paolo, Apostolo delle genti, predicò ai Giudei e ai Greci Cristo crocifisso. Entrambi nella fede e nell’amore di Gesù Cristo annunciarono il Vangelo nella città di Roma e morirono martiri sotto l’imperatore Nerone: il primo, come dice la tradizione, crocifisso a testa in giù e sepolto in Vaticano presso la via Trionfale, il secondo trafitto con la spada e sepolto sulla via Ostiense. In questo giorno tutto il mondo con uguale onore e venerazione celebra il loro trionfo” (dal Martirologio Romano)
Due apostoli e due personaggi diversi, ma entrambi fondamentali per la storia della Chiesa del primo secolo così come nella costruzione di quelle radici dalle quali si alimenta continuamente la fede cristiana.
San Pietro fu il “primo” degli Apostoli di Gesù, da lui posto a capo della sua Chiesa. Vescovo di Roma, vi subì il martirio sotto l’imperatore Nerone. È considerato il primo papa. Nato a Betsaida, paesino in Galilea, svolgeva la professione di pescatore a Cafarnao. Fratello del futuro Sant’Andrea, era sposato e, secondo gli atti apocrifi di Pietro, aveva anche una figlia chiamata Petronilla. Divenne Apostolo di Gesù dopo che questi lo chiamò presso il lago di Galilea e dopo aver assistito alla pesca miracolosa. Divenuto uno dei dodici, faceva parte di una cerchia ristretta di tre individui (insieme a lui anche Giovanni e Giacomo) che assistettero alla risurrezione della figlia di Giairo, alla Trasfigurazione e all’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi. Pietro tentò di difendere il Maestro dall’arresto, riuscendo soltanto a ferire uno degli assalitori, Malco. Unico, insieme al cosiddetto “discepolo prediletto” Giovanni, a seguire Gesù presso la casa del sommo sacerdote Caifa, fu costretto anch’egli alla fuga dopo aver rinnegato tre volte il Maestro, come questi aveva già predetto. Dopo la crocifissione e la successiva Risurrezione di Gesù, secondo la Chiesa cattolica, Pietro venne nominato dallo stesso Maestro capo dei dodici Apostoli e promotore dunque di quel movimento che sarebbe poi divenuto la prima Chiesa cristiana. Instancabile predicatore, fu il primo a battezzare un pagano, il centurione Cornelio. Entrò in disaccordo con San Paolo riguardo ad alcune questioni riguardanti giudei e pagani, risolte comunque durante il primo concilio di Gerusalemme. Secondo la tradizione, continuò la sua predicazione fino a Roma dove morì fra il 64 e il 67, durante le persecuzioni anti-cristiane ordinate da Nerone.
San Paolo invece, era originario di Tarso; è stato l’«apostolo dei Gentili», ovvero il principale (sebbene non il primo) missionario del Vangelo di Gesù tra i greci e romani. Secondo i testi biblici, Paolo era un ebreo ellenista che godeva della cittadinanza romana. Sebbene a lui coevo, non conobbe direttamente Gesù e, come tanti connazionali, avversava la neo-istituita Chiesa cristiana, arrivando a perseguitarla direttamente. Sempre secondo la narrazione biblica un giorno, mentre si recava da Gerusalemme a Damasco per perseguitare i cristiani della città, venne accecato da una luce e sulle sue palpebre si formarono come delle squame. Fu chiamato da Gesù risorto, e dopo il battesimo iniziò a predicare il Cristianesimo. Come gli altri missionari cristiani, si rivolse inizialmente agli Ebrei, ma in seguito si dedicò prevalentemente ai «Gentili». I territori da lui toccati nella predicazione itinerante furono inizialmente l’Arabia (attuale Giordania), quindi soprattutto la Grecia e l’Asia minore (attuale Turchia). Il successo di questa predicazione lo spinse a scontrarsi con alcuni cristiani di origine ebraica, che volevano imporre ai pagani convertiti l’osservanza dell’intera legge religiosa ebraica, in primis la circoncisione. Paolo si oppose fortemente a questa richiesta, e, con il suo carattere energico e appassionato, riuscì vittorioso. Fu fatto imprigionare dagli Ebrei a Gerusalemme con l’accusa di turbare l’ordine pubblico. Appellatosi al giudizio dell’imperatore – come era suo diritto, in quanto cittadino romano –, fu condotto a Roma, dove venne tenuto per alcuni anni agli arresti domiciliari, riuscendo a continuare la sua predicazione. Venne decapitato probabilmente attorno al 64-67, durante la persecuzione di Nerone, come San Pietro. L’influenza storica di Paolo nell’elaborazione della teologia cristiana è stata enorme: mentre i vangeli si limitano prevalentemente a narrare parole e opere di Gesù, sono le lettere paoline che definiscono i fondamenti dottrinali del valore salvifico della sua incarnazione, passione, morte e risurrezione – ripresi dai più eminenti pensatori cristiani dei successivi due millenni.
La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è un’iniziativa internazionale ecumenica di preghiera nel quale tutte le confessioni cristiane pregano insieme per il raggiungimento della piena unità che è il volere di Cristo stesso. Tradizionalmente, nell’emisfero nord si svolge dal 18 al 25 gennaio, perché compresa tra la festa della cattedra di san Pietro (secondo il Rito Ambrosiano) e quella della conversione di san Paolo.
La conversione di Paolo che siamo chiamati a celebrare e a vivere, esprime la potenza della grazia che sovrabbonda dove abbonda il peccato.
La svolta decisiva della sua vita si compie sulla via di Damasco, dove egli scopre il mistero della passione di Cristo che si rinnova nelle sue membra. Egli stesso perseguitato per Cristo dirà: ‘Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa’. Questa celebrazione, già presente in Italia nel sec. VIII, entrò nel calendario Romano sul finire del sec. X.
Conclude in modo significativo la settimana dell’unità dei cristiani, ricordando che non c’è vero ecumenismo senza conversione.
“Solennità dei santi Pietro e Paolo Apostoli. Simone, figlio di Giona e fratello di Andrea, primo tra i discepoli professò che Gesù era il Cristo, Figlio del Dio vivente, dal quale fu chiamato Pietro. Paolo, Apostolo delle genti, predicò ai Giudei e ai Greci Cristo crocifisso. Entrambi nella fede e nell’amore di Gesù Cristo annunciarono il Vangelo nella città di Roma e morirono martiri sotto l’imperatore Nerone: il primo, come dice la tradizione, crocifisso a testa in giù e sepolto in Vaticano presso la via Trionfale, il secondo trafitto con la spada e sepolto sulla via Ostiense. In questo giorno tutto il mondo con uguale onore e venerazione celebra il loro trionfo” (dal Martirologio Romano)
Due apostoli e due personaggi diversi, ma entrambi fondamentali per la storia della Chiesa del primo secolo così come nella costruzione di quelle radici dalle quali si alimenta continuamente la fede cristiana.
San Pietro fu il “primo” degli Apostoli di Gesù, da lui posto a capo della sua Chiesa. Vescovo di Roma, vi subì il martirio sotto l’imperatore Nerone. È considerato il primo papa. Nato a Betsaida, paesino in Galilea, svolgeva la professione di pescatore a Cafarnao. Fratello del futuro Sant’Andrea, era sposato e, secondo gli atti apocrifi di Pietro, aveva anche una figlia chiamata Petronilla. Divenne Apostolo di Gesù dopo che questi lo chiamò presso il lago di Galilea e dopo aver assistito alla pesca miracolosa. Divenuto uno dei dodici, faceva parte di una cerchia ristretta di tre individui (insieme a lui anche Giovanni e Giacomo) che assistettero alla risurrezione della figlia di Giairo, alla Trasfigurazione e all’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi. Pietro tentò di difendere il Maestro dall’arresto, riuscendo soltanto a ferire uno degli assalitori, Malco. Unico, insieme al cosiddetto “discepolo prediletto” Giovanni, a seguire Gesù presso la casa del sommo sacerdote Caifa, fu costretto anch’egli alla fuga dopo aver rinnegato tre volte il Maestro, come questi aveva già predetto. Dopo la crocifissione e la successiva Risurrezione di Gesù, secondo la Chiesa cattolica, Pietro venne nominato dallo stesso Maestro capo dei dodici Apostoli e promotore dunque di quel movimento che sarebbe poi divenuto la prima Chiesa cristiana. Instancabile predicatore, fu il primo a battezzare un pagano, il centurione Cornelio. Entrò in disaccordo con San Paolo riguardo ad alcune questioni riguardanti giudei e pagani, risolte comunque durante il primo concilio di Gerusalemme. Secondo la tradizione, continuò la sua predicazione fino a Roma dove morì fra il 64 e il 67, durante le persecuzioni anti-cristiane ordinate da Nerone.
San Paolo invece, era originario di Tarso; è stato l’«apostolo dei Gentili», ovvero il principale (sebbene non il primo) missionario del Vangelo di Gesù tra i greci e romani. Secondo i testi biblici, Paolo era un ebreo ellenista che godeva della cittadinanza romana. Sebbene a lui coevo, non conobbe direttamente Gesù e, come tanti connazionali, avversava la neo-istituita Chiesa cristiana, arrivando a perseguitarla direttamente. Sempre secondo la narrazione biblica un giorno, mentre si recava da Gerusalemme a Damasco per perseguitare i cristiani della città, venne accecato da una luce e sulle sue palpebre si formarono come delle squame. Fu chiamato da Gesù risorto, e dopo il battesimo iniziò a predicare il Cristianesimo. Come gli altri missionari cristiani, si rivolse inizialmente agli Ebrei, ma in seguito si dedicò prevalentemente ai «Gentili». I territori da lui toccati nella predicazione itinerante furono inizialmente l’Arabia (attuale Giordania), quindi soprattutto la Grecia e l’Asia minore (attuale Turchia). Il successo di questa predicazione lo spinse a scontrarsi con alcuni cristiani di origine ebraica, che volevano imporre ai pagani convertiti l’osservanza dell’intera legge religiosa ebraica, in primis la circoncisione. Paolo si oppose fortemente a questa richiesta, e, con il suo carattere energico e appassionato, riuscì vittorioso. Fu fatto imprigionare dagli Ebrei a Gerusalemme con l’accusa di turbare l’ordine pubblico. Appellatosi al giudizio dell’imperatore – come era suo diritto, in quanto cittadino romano –, fu condotto a Roma, dove venne tenuto per alcuni anni agli arresti domiciliari, riuscendo a continuare la sua predicazione. Venne decapitato probabilmente attorno al 64-67, durante la persecuzione di Nerone, come San Pietro. L’influenza storica di Paolo nell’elaborazione della teologia cristiana è stata enorme: mentre i vangeli si limitano prevalentemente a narrare parole e opere di Gesù, sono le lettere paoline che definiscono i fondamenti dottrinali del valore salvifico della sua incarnazione, passione, morte e risurrezione – ripresi dai più eminenti pensatori cristiani dei successivi due millenni.